Dott. Sergio Orefice Prevenzione e trattamento tumori al seno

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Neoplasie mammarie

La diagnosi nella mammella possono accadere svariati eventi patologici, sono frequenti le infiammazioni (mastiti) dovute a elementi batterici o congestizi (mastiti da eccesso di ormoni o da trauma) possono esserci aree di fibrosi o di ipertrofia  dei componenti ghiandolari della mammella , oppure  raccolte  di liquido incapsulato (le  cisti)
Vi sono anche lesioni tumorali che  si possono dividere fondamentalmente  in 2 tipi di tumori mammari. i benigni ed i maligni.

Per tumore benigno si intende una lesione che è capace di crescere solo localmente, spostando i tessuti normali, senza distruggerli.
Per tumore maligno, si intende una massa che cresce localmente, distruggendo i tessuti normali e con la capacità di diffondersi anche in organi a distanza(fegato, ossa, polmoni ecc ). Si capisce bene quale sia la fondamentale differenza tra i due tipi di lesione e quali i differenti rischi per la salute della donna.

Nel caso di tumori benigni, la asportazione è il trattamento definitivo, nel caso di tumori maligni , è fondamentale, oltre alla asportazione locale, anche il trattamento generale, per evitare , con vari mezzi, che la malattia si diffonda in altri organi. La diffusione in altri organi viene chiamata metastatizzazione e le cellule che le provocano , cellule metastatiche. Quali sono i tipi istologici dei tumori. benigni, fibroadenomi e papillomi per i maligni. fondamentalmente : carcinomi duttali, che provengono dai dotti lattiferi mammari e carcinomi lobulari, che provengono dei lobuli ghiandolari.

La possibilità di scoprire  da  sola un nodulo tumorale di pende dalla attenzione, dalla costanza  e dalla  struttura  della mammella. Mammelle con molti noduli, o con consistenza molto pronunciata sono difficilmente  esplorabili con le  mani. In ogni caso è ottima  abitudine eseguire la manovra  di controllo, periodicamente, per chi può, lontano dal periodo mestruale.

L’esame va  eseguito, prima da  sdraiata  e  poi da seduta  davanti allo specchio, sempre con le braccia  alzate ,stando attenta, non solo alla comparsa di noduli o aree dure, ma  anche  ai cambiamenti di  forma del capezzolo  o  della cute , alla  secrezione  di sangue  dai capezzoli e  dalla comparsa  di ghiandole  sotto la  ascella. Tutti questi sono segnali  che devono spingere  la donna  a consultare lo specialista, il cui  compito è quello di formulare una diagnosi.


La diagnosi è affidata a svariati strumenti che possono indicare la presenza di una lesione benigna o maligna.

Queste  sono :

 ecografia

(ECO) che  si basa sulla riflessione  da parte  dei tessuti , di un fascio di ultrasuoni emesso da una apposita  sonda  che viene messa  a contatto con la  cute  della mammella . La  differenza  di forma  e  di densità ecografica  della  lesione considerata  indicano all’operatore  la natura  della malattia .E’ un ottimo mezzo che non impiega raggi ionizzanti. Ha pero’ il limite  di essere  molto dipendente  dall’0peratore  medico che la  esegue  e valutabile sono nelle zone direttamente indagate . Da  sola  ha limiti nello screening di donne  asintomatiche

mammografia

(MX) : impiega  raggi x che attraversano i tessuti mammari e  sono trattenuti dalla differente  “densità”  dei  tessuti, sani  o patologici. Dalla differente forma  della immagine  impressa  sulla lastra  fotografica , si  evince  la  diagnosi di benignità o malignità.
E’ un mezzo ottimo per lo screening delle donne asintomatiche, può essere  valutata  nella totalità anche  a  distanza ma trova  difficoltà nel passare le mammelle molto ricche di ghiandola mammaria, come avviene nella donne giovani, nelle pazienti che usano da anni terapia sostitutiva con ormoni estrogeni da anni e nelle donne con protesi mammarie  additive. Impiega raggi x ionizzanti e non è conveniente il suo impiego frequente , soprattutto nelle donne giovani.

La risonanza  magnetica

(RNM) : impiega una  sofisticata metodica di rilevazione degli impulsi magnetici  dei vari tessuti, dopo che sono stati sollecitati da un forte campo magnetico generato solitamente  in un tubo in cui la  paziente  viene  posta. E’ una metodica molto valida, però estremamente  complessa  , costosa  e lunga . In più per far diagnosi differenziale tra lesione benigna o maligna, si deve iniettare in vena un mezzo di contrasto.

Nessun’ esame, anche il più sofisticato è in grado di dare una diagnosi sicura di natura della lesione ed è per questo che è compito dello specialista senologo indicare il percorso diagnostico più conveniente per ogni donna.

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